Tutte le porte chiuse oggi davanti alle famiglie in presidio sotto il Comune di Torino per protestare contro il cosiddetto Decreto Sicurezza (conosciuto meglio come Decreto Salvini), che
velocizza le operazioni di sgombero delle abitazioni occupate a prescindere dalla condizioni economiche e personali e senza prima prevedere la ricerca di soluzioni per i casi di difficoltà e fragilità comprovate.
La consigliera Montalbano ha presentato una interpellanza per chiedere
quali siano le intenzioni politiche del Comune di Torino
sull'applicazione del decreto suddetto, ma il disinteresse delle forze
politiche in Consiglio e dei rappresentanti istituzionali presenti è stato totale: d'altro canto la Sindaca Appendino è ormai famosa
per aver lanciato sulla propria pagina Facebook la moda social della diretta-ruspa per i rom, pratica che esprime un certo sprezzo verso i più poveri e disagiati. Eppure nel suo programma
elettorale Appendino medesima si dichiarava pronta anche a utilizzare
provvedimenti straordinari quali il blocco degli
sfratti per affrontare l'emergenza sociale da essi provocata: le
consuete parole al vento, visto che è di pochi giorni fa la notizia che attualmente nella nostra città se ne eseguono in media 4 al giorno.
Il presidio per rompere il silenzio ha quindi deciso di interrompere brevemente, a
singhiozzo, il traffico su via Milano: e a questo punto non si è fatta
attendere la risposta della polizia già presente in forze, che ha chiesto
rinforzi mentre la DiGoS in borghese minacciava i
presenti con l'applicazione dello stesso Decreto Sicurezza, che prevede pene fino a 6 anni di reclusione per il semplice blocco stradale.
L'ostinato silenzio della Sindaca e della Giunta sull'argomento oggetto dell'interrogazione non fa presagire
nulla di buono nel futuro di un'Amministrazione il cui operato è già costellato di
fallimentari scelte prese in completa continuità con le precedenti gestioni a guida PD: eppure avevamo indicato al Comune come fosse possibile provare a recuperare risorse economiche semplicemente
smettendo di pagare il debito aggiuntivo ai mutui causato dai derivati, anche illegittimo dal punto
di vista legale ma soprattutto da quello sociale. Invece chi ora amministra l'ente per far cassa
continua a svenderne le proprietà e i servizi, tra cui ultimamente una importante quota di IREN e il complesso dell'ex istituto Cimarosa, attualmente struttura utilizzata per l'accoglienza
delle famiglie sfrattate.
STOP DERIVATI
STOP SFRATTI E SGOMBERI
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