lunedì 3 dicembre 2018

LA PARTECIPAZIONE NELL'ERA APPENDINO

Tutte le porte chiuse oggi davanti alle famiglie in presidio sotto il Comune di Torino per protestare contro il cosiddetto Decreto Sicurezza (conosciuto meglio come Decreto Salvini), che velocizza le operazioni di sgombero delle abitazioni occupate a prescindere dalla condizioni economiche e personali e senza prima prevedere la ricerca di soluzioni per i casi di difficoltà e fragilità comprovate.

La consigliera Montalbano ha presentato una interpellanza per chiedere quali siano le intenzioni politiche del Comune di Torino sull'applicazione del decreto suddetto, ma il disinteresse delle forze politiche in Consiglio e dei rappresentanti istituzionali presenti è stato totale: d'altro canto la Sindaca Appendino è ormai famosa per aver lanciato sulla propria pagina Facebook la moda social della diretta-ruspa per i rom, pratica che esprime un certo sprezzo verso i più poveri e disagiati. Eppure nel suo programma elettorale Appendino medesima si dichiarava pronta anche a utilizzare provvedimenti straordinari quali il blocco degli sfratti per affrontare l'emergenza sociale da essi provocata: le consuete parole al vento, visto che è di pochi giorni fa la notizia che attualmente  nella nostra città se ne eseguono in media 4 al giorno.

Il presidio per rompere il silenzio ha quindi deciso di interrompere brevemente, a singhiozzo, il traffico su via Milano: e a questo punto non si è fatta attendere la risposta della polizia già presente in forze, che ha chiesto rinforzi mentre la DiGoS in borghese minacciava i presenti con l'applicazione dello stesso Decreto Sicurezza, che prevede pene fino a 6 anni di reclusione  per il semplice blocco stradale.

L'ostinato silenzio della Sindaca e della Giunta sull'argomento oggetto dell'interrogazione non fa presagire nulla di buono nel futuro di un'Amministrazione il cui operato è già costellato di fallimentari scelte prese in completa continuità con le precedenti gestioni a guida PD:  eppure avevamo indicato al Comune come fosse possibile provare a recuperare risorse economiche semplicemente smettendo di pagare il debito aggiuntivo ai mutui causato dai derivati,  anche  illegittimo dal punto di vista legale ma soprattutto da quello sociale. Invece chi ora amministra l'ente per far cassa continua a svenderne le  proprietà e i servizi, tra cui ultimamente una importante quota di IREN e il complesso dell'ex istituto Cimarosa, attualmente struttura utilizzata per l'accoglienza delle famiglie sfrattate.

STOP DERIVATI

STOP SFRATTI E SGOMBERI