giovedì 26 ottobre 2017

INCONTRO SETTIMANALE: LUNEDI' 30 OTTOBRE, ORE 21


lunedì 30 ottobre 2017, alle 21
incontro settimanale, aperto a tutti
presso il CSOA Gabrio
via Millio 42 Torino 


ordine del giorno
1. preparazione alla conferenza stampa e all'audizione
 in commissione consiliare
a seguito di presentazione della petizione sui derivati
2. proposte pervenute

mercoledì 11 ottobre 2017

16 OTTOBRE, ORE 21: INCONTRO SETTIMANALE


lunedì 16 ottobre 2017, alle 21
incontro settimanale, aperto a tutti
presso il CSOA Gabrio
via Millio 42 Torino 

ordine del giorno
1. valutazioni assemblea cittadina del 14 ottobre
2. costituzione gruppo di lavoro sul debito

sabato 7 ottobre 2017

CONTRO IL DEBITO: PETIZIONE E ASSEMBLEA CITTADINA DEL 14 OTTOBRE

Sabato 14 ottobre alle ore 15,30 si terrà  Torino, presso il Salone polivalente di via Leoncavallo 17, l'assemblea cittadina promossa da Assemblea21 "SDEBITIAMOCI, L'INTERESSE E' COMUNE",  avente come tema il debito che grava sulle spalle del Comune di Torino e dei suoi cittadini e le sue conseguenze nefaste in vari ambiti della vita sociale ed economica cittadina.

Nel corso dell'iniziativa verrà anche  illustrata la petizione popolare indirizzata al Consiglio Comunale finalizzata ad ottenere dal Comune, ai sensi dell'articolo 12 del suo Statuto, la documentazione relativa ai  mutui coperti da derivati: le firme a sostegno della richiesta, raccolte nei mesi scorsi, saranno consegnate lunedì 16 ottobre presso l'ufficio comunale competente. Piu' specificatamente, la petizione chiede di "rendere pubblici i termini di tutti i contratti di finanza derivata e il collegamento di ciascuno di essi con i mutui relativi, sottoscritti dal Comune di Torino, accompagnati da una informativa ufficiale di sintesi sull'attuale stato dei contratti stessi, allo scopo di facilitare la comprensione e la diffusione dei dati sul debito del nostro Comune."

Durante l'assemblea, alla quale sono stati invitati anche gli amministratori comunali, precedute da una relazione introduttiva di Maurizio Pagliassottisulla materia del debito e sulla situazione di quello torinese in particolare, verranno illustrate le ricadute negative della situazione debitoria del Comune di Torino in ambiti quali i servizi pubblici, i beni comuni, il patrimonio pubblico, il verde urbano, il lavoro, l'emergenza abitativa e l'accoglienza ai migranti. Spazio sarà quindi dato agli interventi dei cittadini presenti.

L'assemblea e la petizione al Consiglio Comunale sono i primi passi di un percorso di condivisione e confronto che Assemblea21 avvia per individuare strumenti e condizioni efficaci a bloccare il processo di degenerazione che sta producendo il debito, secondo le linee e gli obiettivi contenute nel documento "Sdebitiamoci, l'interesse è comune" riportato qui di seguito



 "Sdebitiamoci, l'interesse è comune"

Il bilancio del Comune di Torino attualmente è tormentato da circa 3 miliardi di debiti sotto forma di mutui con  banche o istituti finanziari italiani e stranieri, di cui buona parte riconducibili al costo delle grandi opere realizzate per le Olimpiadi invernali del 2006. 

Parte di questo debito è rinchiuso nella gabbia dei derivati, contratti che hanno come principale caratteristica la mancanza di trasparenza: avrebbero dovuto dare copertura dai rischi legati al rialzo dei tassi di interesse sui mutui e invece si sono rivelati un cappio al collo del Comune, il quale s è trovato costretto a pagare interessi  alti fuori mercato e penali da usura in caso di estinzione anticipata del debito. 

La situazione di sofferenza del bilancio comunale va anche inquadrata in un contesto nazionale, con i governi che hanno scaricato sui sugli enti locali la maggior parte dei tagli alla spesa pubblica effettuati per ridurre il debito dello Stato e hanno anche cambiato la natura della Cassa Depositi e Prestiti: la quale da principale fonte di finanziamento, pubblica e a tassi agevolati, degli enti locali stessi  è stata in pratica trasformata in banca ordinaria, come le altre. E che quindi, lungi dal sostenere gli investimenti degli enti, ha finito per aiutare invece la speculazione privata ad impossessarsi del patrimonio e dei servizi pubblici

Il denaro necessario a tenere i conti dell'ente in precario galleggiamento è stato in passato e viene ancora oggi procurato anche mediante la vendita ai privati del  patrimonio immobiliare e di quote delle aziende controllate o partecipate, erogatrici di importanti servizi pubblici quali acqua, trasporto, energia elettrica e rifiuti. Oppure attraverso l'autorizzazione di vere e proprie speculazioni edilizie, le quali rendono però ai cittadini un proliferare di costruzioni e attività commerciali che segnano, profondamente e spesso irreversibilmente, in modo negativo il territorio e il tessuto sociale. 

Si è così nel tempo innescato, giustificato e accettato un processo di progressiva sostituzione della spesa e degli investimenti per i servizi pubblici da parte dell'Ente con la presenza sempre maggiore dei privati. Processo che, se non viene fermato, ci consegnerà negli anni un Comune impoverito sia della capacità di provvedere alla erogazione dei servizi, sia del proprio patrimonio.

Non è possibile restare immobili, di fronte a questa prospettiva. 

E’ necessario quindi il contributo di cittadini, politici, soggetti sociali e anche enti pubblici, al fine di  individuare strumenti e condizioni utili a bloccare il processo di degenerazione che sta producendo gli effetti nefasti sotto gli occhi di tutti.

Com’è costituito il debito attuale e cosa si nasconde dietro i derivati? Quali responsabilità politiche hanno concorso a formarlo? Chi ha tratto davvero beneficio dall'indebitamento della città?

Presentiamo quindi una petizione al Consiglio Comunale di Torino per chiedere la documentazione relativa ai contratti derivati finora stipulati. 

Questo è però solamente il primo passo.  Intendiamo infatti avviare un percorso di condivisione e confronto con i cittadini e con i soggetti che operano in città nelle vertenze a difesa delle situazioni minacciate dal debito. Ma anche con coloro i quali sono a fianco delle persone vittime dello stesso perverso meccanismo e con gli amministratori che la cittadinanza rappresentano: chiedendo a ognuno di contribuire con il proprio patrimonio di conoscenza e di impegno e con le facoltà che gliene derivano. 

 Perché si possa smettere di subire il debito e iniziare finalmente a discuterlo.