giovedì 9 novembre 2017

La inutile rinegoziazione del debito con la Cassa Depositi e Prestiti

Nei giorni scorsi il Consiglio Comunale di Torino, ha autorizzato la Giunta a “rinegoziare” i 506 milioni di finanziamenti contratti con Cassa Depositi e Prestiti. Operazione effettuata per magnanima concessione di CDP, che di fatto si traduce in un mero slittamento temporale di un anno per il rimborso dei mutui in essere, con una modesta riduzione dei tassi pagati.

Quindi, nulla a che vedere con un’effettiva ristrutturazione del debito, che vada ad incidere in modo significativo sugli interessi pagati. E così permangono i tassi fissi vicini al 5% quando il risparmio postale, fonte della raccolta di CDP, viene remunerato allo 0.01% sui libretti, con percentuali mediamente intorno al 1% sui buoni fruttiferi.

E che fine ha fatto la mozione della consigliera comunale Eleonora Artesio, approvata dallo stesso Consiglio lo scorso 13 febbraio, che chiedeva a Sindaco e Giunta di promuovere presso il Governo la restituzione di CDP al suo ruolo originario di ente al servizio degli investimenti dei Comuni a tassi calmierati?

Quella mozione e questa delibera viaggiano in direzioni opposte. Qualcuno se n’è accorto?

Di fatto, quindi, nulla cambia. Intatto rimane il debito, intatti i sacrifici imposti ai cittadini, intatta la subalternità degli amministratori al potere finanziario. Subalternità che, se non contrastata, diverrà la pietra tombale del Comune, di fatto privato della possibilità di esprimere un'autonoma azione politico-amministrativa nell'interesse della propria comunità.

Non sarà mai troppo tardi per rendersene conto. Certo, nell'interesse dei torinesi sarebbe meglio non perdere troppo tempo