giovedì 31 maggio 2018

Il debito non dorme: Corte dei Conti sveglia! - lunedì 4 giugno, ore 12

Il debito non dorme: Corte dei Conti sveglia! 
4 giugno, ore 12 - via Bertola 28, Torino 

La nostra città vive ormai da più di un decennio sotto il peso di un debito il cui effetto è stato quello di rilanciare gli affari del blocco di potere cittadino e ridurre sempre di più il benessere della popolazione. 

Il 4 giugno saremo sotto la sede torinese della Corte dei Conti, perché quest'ultima, nonostante le inchieste da anni aperte su debito e bilancio del Comune, finora ha prodotto solamente un Piano di rientro dal debito dell'ente che soffoca le vertenze sociali sviluppatesi in città in questi anni. Vertenze quali quella abitativa, quella sui servizi educativi, quelle riguardanti la destinazione dei molti immobili abbandonati all'uso speculativo: tutte hanno trovato la medesima risposta, “Non si può fare nulla perché è necessario prima pagare il debito.” Un’Amministrazione eletta dai cittadini per chiudere la stagione del Comune amico delle banche, ha confermato invece l'alleanza con i principali istituti finanziari nazionali. 

Vogliamo ricordare ai giudici della Corte dei Conti del Piemonte che il debito non aspetta: nel 2018 spenderemo quasi 16 milioni di euro solamente per gli interessi dei contratti derivati. E il suo pagamento richiede ogni anno sacrifici sempre maggiori, ma con una loro redistribuzione al contrario che vede quindi i lavoratori, i precari e le famiglie continuare a svenarsi per aumentare i guadagni della classe che governa, la quale si approfitta, conseguentemente, del nostro lavoro e della ricchezza che noi produciamo. 

A fronte di ciò, siamo convinti che si debba aprire un vertenza cittadina per rivendicare, invece, la disponibilità per tutti delle risorse che sono nostre perché da noi sono state prodotte. I campi di intervento e gli obiettivi per i quali costringere il Comune di Torino a utilizzare il nostro denaro in favore di tutte le persone e non dei soliti noti non mancano: l'edilizia scolastica, l'incremento del personale dipendente che gestisce i servizi comunali, i servizi educativi e per l’infanzia, la casa, il sostegno al reddito, i trasporti pubblici, l'accoglienza a chi scappa da guerre e povertà, il sostegno agli anziani, ai disabili e alle persone in difficoltà.   

In molte città italiane il debito contratto negli ultimi quindici anni viene già messo in discussione; a Torino questo non è ancora avvenuto e anzi si parla di produrne di nuovo. A Genova nel gennaio scorso la Corte dei Conti della Liguria si è espressa sui derivati stipulati dal Comune, evidenziando nella sentenza i troppi favori alle banche (tassi d'interesse sproporzionati, contratti scritti solo in lingua inglese e altre asimmetrie a svantaggio dell’ente pubblico) e i conflitti d'interesse: una situazione che denunciamo anche nella nostra città. 
Cosa aspettano i giudici della sezione piemontese ad esprimersi? Forse che anche qui a Torino nei tribunali si vive un conflitto d'interessi? Ci sono poteri e interessi intoccabili pure nella nostra città? 

È grave anche che non sia stata affrontata in alcun modo ancora la questione degli effetti sui mutui e sui derivati posseduti dal Comune derivanti dalla truffa sull'Euribor, il tasso d’interesse che era stato truccato da alcune grandi banche negli anni dal 2005 al 2008 e per questo dichiarato illegittimo dalla Commissione Europea. Corte dei Conti e Consiglio Comunale fanno finta di niente, mentre l’Assessore al Bilancio pensa bene di andare a chiedere consiglio ai cosiddetti “advisor” privati, pagati a suon di migliaia di euro, quando invece il consiglio per legge deve essere dato proprio dalla Corte dei Conti: e gratis!   

Anche a Torino esistono singoli e collettivi che lavorano nella prospettiva della denuncia del debito e del riutilizzo sociale della ricchezza collettiva. Si tratta solamente quindi di iniziare a porre con forza le priorità e costringere l’Amministrazione comunale – dopo le molte promesse non mantenute – ad accettare il fatto che devono essere i cittadini a beneficiare del patrimonio comune: proprio come è avvenuto a Genova, ci aspettiamo quindi che la Corte dei Conti del Piemonte imponga al Comune di Torino non un Piano di rientro, ma di USCITA dall'incubo del debito e dei derivati.

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