martedì 7 aprile 2020

#restiamosvegl* BUONI SPESA IN TRANSITO AL BINARIO…

#restiamosvegl* 

I finanziamenti dell’anticipo del fondo di solidarietà comunale passano a Torino come un treno in corsa. Se la rapidità è lodabile, un po’ meno lo sono le scelte e dell’amministrazione su come supportare le persone più bisognose durante questa emergenza. Nel giro di due giorni sono state accolte 11 mila delle 19.567 mila domande ricevute (dato aggiornato a domenica sera): chi non è sul treno, rimane in banchina.
Esistono tre ordini di problemi legati alla distribuzione dei buoni spesa a Torino:
Innanzitutto, i problemi legati ai criteri e alle categorie escluse:
Il criterio della residenza scelto dal Comune non tiene conto di alcune categorie di persone (ad esempio chi si trova senza fissa dimora o chi, come molt* studenti, ha solo il domicilio a Torino). Per quanto riguarda i nuclei familiari che a causa del blocco degli spostamenti sono attualmente divisi tra residenza e domicilio bisognerebbe dare la possibilità di inoltrare domande di accesso agli aiuti in ogni località si trovino i membri della famiglia, con specifiche voci che inquadrino questa casistica.
In secondo luogo esiste il problema cruciale dell’insufficienza di finanziamento per rispondere a tutte le situazioni di necessità.
Questi 4,3 miliardi + 400 milioni che sono stati anticipati dallo stato sono assolutamente necessari ma purtroppo rappresentano ancora una goccia nel mare! Il finanziamento è una tantum e non si tratta di un extra, bensì di una semplice anticipazione finalizzata a dare risposta immediata a situazioni di urgente bisogno. È evidente però che, non sapendo quanto durerà l’emergenza e considerando anche che l’emergenza sociale sarà probabilmente molto più lunga, questi soldi non basteranno assolutamente!
Le amministrazioni locali hanno la responsabilità di prendere posizioni decise, al fine di scuotere gli altri Comuni e lo Stato dall’illusione di poter attraversare l’emergenza senza intaccare gli equilibri di bilancio. La scelta del Comune di Torino di utilizzare altri 663 mila euro dal Fondo di riserva dà delle speranze in questo senso. Ma occorre spingere per decisioni più coraggiose! Ecco ciò che si può proporre:
- La sospensione immediata del rimborso dei mutui del Comune di Torino;
- Lo stop dei pagamenti legati ai derivati (anche quest’anno, come nei tre passati, saremo probabilmente nell’ordine dei 15 milioni di euro);
- Lo sblocco dei fondi accantonati del Comune (abbiamo ad esempio il Fondo per Crediti di Dubbia Esigibilità che ammonta a ben € 661 milioni, poco movimentati quindi utilizzabili; il Fondo contenzioso che ammonta a quasi 42 mila euro; oppure Fondo Perdite Società Partecipate di 277 mila euro). L’utilizzo di questo denaro implica l’infrangere di norme nazionali che sono state concepite per allontanare, in situazioni normali, lo spettro dell’indebitamento degli Enti Locali. Anche senza emergenza sanitaria queste regole portano con sé le contraddizioni più crudeli, oggi l’imperativo morale e politico di infrangere i vincoli di bilancio deve imporsi in tutta la sua evidenza! Benché recalcitrante, abbiamo visto l’unione europea decidere a favore dell’esclusione delle spese legate all’epidemia dal calcolo del deficit strutturale. Tuttavia, in Italia il livello locale beneficia in maniera ancora esigua e a dir poco insufficiente di questo allentamento.
Infine, esiste un ultimo problema che riguarda il come assegnare questo aiuto dei buoni spesa ai nuclei in stato di maggiore necessità.
È stato importante cercare di assegnare i buoni in maniera rapida, evitando anche un eccessivo aggravio burocratico alle persone. L’autocertificazione, a questo proposito, è una scelta inevitabile. Peccato che l’aspettativa legata all'arrivo di questi fondi, sommata all'efficacia ancora molto scarsa di altri dispositivi di aiuto come la distribuzione di alimenti tramite associazioni del terzo settore, abbia portato ad un elevatissimo numero di richiese di buoni spesa i quali saranno quindi assegnati di fatto con la logica di chi primo arriva… Una tale distribuzione deve essere sottoposta ad aggiustamenti perché è evidente che tante persone che non hanno avuto accesso alla rete o che non sono state celeri nell'inoltro della domanda si ritroveranno dispersi in una classifica lunghissima.
Nell'eventualità caldamente invocata di vedere lo sblocco di ulteriori finanziamenti, è utile che il Comune si muova già per stabilire qualche correzione: magari istituendo (e mettendo una fasciazione) dei tetti massimi posti ai depositi bancari e postali come è stato fatto in altre città; magari chiedendo ai richiedenti di autocertificare le entrate su cui possono contare attualmente e le spese incomprimibili legate a necessità non differibili,…
Trovare una soluzione ottimale è impossibile ma non si può rinunciare a tentare di tenere conto di situazioni in cui alcune famiglie devono utilizzare la macchina per recarsi al lavoro e quindi pagare la benzina, oppure pagare un abbonamento internet o le ricariche telefoniche per permettere ai ragazzi di seguire le lezioni a distanza, pagare un’assistenza al proprio genitore non autosufficiente e così via…

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