a cittadine e cittadini, gruppi, comitati, movimenti, associazioni, organizzazioni
in preparazione di una assemblea cittadina
Come può un immobile con porte e finestre murate esser restituito alla città?
I recenti fatti legati allo sgombero dell’Asilo occupato di via Alessandria hanno riportato alla luce le tensioni sociali a cui è sottoposta la nostra città per via delle trasformazioni volute dall’Amministrazione Comunale.
Le scelte di gestione del territorio e di urbanistica che mirano a mettere esclusivamente a valore, immobiliare e finanziario, interi quartieri e zone, hanno sospinto varie parti della città, come tante altre nel mondo, in un furioso processo di gentrificazione che ne stanno distruggendo il fragile tessuto sociale e umano, mentre le altre più periferiche continuano a essere dimenticate.
Tali scelte, fatte in connubio con le solite multinazionali e i soliti potentati che dominano Torino, hanno trovato accondiscendenti tutte le amministrazioni cittadine che si sono succedute, fino alla attuale di Chiara Appendino che ha però la imperdonabile responsabilità di essere andata al governo della città propugnando un cambiamento che poi non c’è stato. Cambiamento il quale doveva coinvolgere anche la gestione di beni comuni come l’acqua, dei rifiuti e delle proprietà immobiliari: che invece continuano, invariabilmente, a essere svenduti e/o messi a profitto anche per pagare spropositati interessi su mutui e derivati, con la conseguenza che il costo dei servizi pubblici comunali grava invece ogni volta di più sui semplici cittadini, compresi quelli che si trovano, sempre piu' spesso, in condizioni di difficoltà economica e personale.
I livelli di vivibilità a Torino quindi sono precipitati: da anni siamo primi nella classifica dei comuni con il maggior debito e il numero di sfratti pro capite, per l’aria inquinata e per le aliquote delle imposte comunali e delle tariffe dei servizi.
A fronte dell’oppressivo silenzio su questi problemi, si riscontra invece una preoccupante volontà di normalizzazione agita su più livelli dalla Questura di Torino e dal Ministero degli Interni, arrivata fino alla criminalizzazione dei partecipanti al corteo di sabato 9 febbraio con l’inquietante accusa di “solidarietà”.
Siamo invece certi che la solidarietà non sia un reato, ma la base su cui persone di questa città hanno costruito percorsi di partecipazione, politici e attivi i quali propongono un altro modello di società, basato sulla tutela del territorio e sul rispetto di chi lo vive, in una prospettiva di giustizia sociale e ambientale.
Crediamo quindi sia necessario tornare a far sentire con forza questa voce collettiva, costruendo, come ha già fatto in passato Assemblea21, un'occasione ampia di confronto pubblico e aperto in cui sia cittadine e cittadini sia realtà ed esperienze collettive possano esprimere le proprie opinioni e proposte: per questo vi invitiamo a una prima riunione organizzativa per la convocazione di una prossima assemblea cittadina, riunione che si terrà
giovedì 28 febbraio alle 21
presso il CSOA Gabrio in via Millio 42
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