Il Consiglio Comunale di Torino non ce l’ha fatta. Ha approvato il debito della Città di Torino così com’era. Non ha fatto valere il potere contrattuale che con il nostro voto gli abbiamo conferito e si è adeguato al potere delle banche, che spremono la nostra città come fonte di denaro “certo”, sino al limite del soffocamento.
Sono loro, le banche, a tenere in mano il nodo scorsoio che sta strangolando il nostro Comune: concedono nuovi prestiti per saldare quelli vecchi prendendo in PEGNO le azioni IREN, costringendo a vendere pezzi di città, svendere i servizi pubblici o destinare gli oneri di urbanizzazione alla spesa corrente invece che agli investimenti per il futuro. Le banche investono sull’aumento del debito della Città e non sul benessere dei torinesi.
L’Alternativa che secondo la speranza di molti elettori doveva e poteva spezzare questa spirale mortale, è scomparsa con l’approvazione del Bilancio previsionale 2017. Un bilancio in continuità con l’amministrazione precedente, che mette qualche toppa ai buchi più
grandi, come il Fondo di salvaguardia per i titoli DERIVATI.
Proprio i derivati, presentati a suo tempo come un’assicurazione dei Comuni contro i rischi delle grandi oscillazioni dei tassi finanziari sui mutui, si sono rivelati invece uno strumento di speculazione, anche usuraia, a danno dei Comuni stessi.
Assemblea21 ha promosso una petizione al Consiglio Comunale per rendere pubblici i contratti di FINANZA DERIVATA sottoscritti dall’Amministrazione torinese e dai suoi funzionari, con l’obiettivo di fare luce sulle modalità di formazione del debito del nostro Comune: un debito illegittimo si oppone agli interessi della popolazione, e questa non ha l’obbligo di rimborsarlo.
I cittadini aspettano ancora l’assemblea pubblica per un confronto sulle scelte di Bilancio annunciata dalla Sindaca per il 3 aprile scorso, e mai convocata.
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