venerdì 3 aprile 2020

#restiamosvegl* Di cosa parliamo quando parliamo di buoni spesa (ovvero Torino vs resto d'Italia)

L'ordinanza della Protezione Civile prevede che dall'erogazione vengano esclusi (in prima battuta?) i beneficiari di altri sostegni pubblici: Reddito di Cittadinanza, Pensione di Cittadinanza, REI, etc.

Il Comune di Roma sceglie la via "anarchica" prevedendo la concessione del buono spesa anche ai percettori di RdC; nel modulo di richiesta è stata inserita la possibilità di dichiarare l'importo del sussidio percepito. Nel Comune di Parma il bonus potrà essere esteso anche ai percettori di sostegni pubblici con precedenza per i percettori di importi più bassi.
La modalità scelta per l'erogazione dall'amministrazione torinese, presenta diverse criticità e mancanze che non sono riscontrabili in altre realtà: a Bologna la richiesta potrà essere fatta dai cittadini residenti o domiciliati. A Torino vale solo per i residenti.

Sempre a Bologna viene specificato che saranno esclusi coloro che alla data del 31 marzo disponevano di depositi bancari o postali di importo complessivo superiore a 10 mila euro. A Firenze il patrimonio mobiliare non può superare i 12 mila euro. A Torino non è prevista nessuna soglia per il reddito del richiedente.

A Milano è prevista la consegna a domicilio del bonus spesa (annuncio a mezzo stampa del Sindaco Sala), a Torino no. A Napoli sono inclusi i richiedenti asilo e chi ha fatto richiesta di protezione internazionale, inoltre esiste la possibilità di inserire una residenza di prossimità, una significativa apertura anche per i senza fissa dimora. A Torino sarà sufficiente avere la residenza in via della Casa Comunale?

A Roma è possibile inoltrare la richiesta se si è impossibilitat* a raggiungere la propria residenza. A Torino, no. Evidentemente, per l'amministrazione torinese, gli studenti fuori sede che per il momento non possono neppure godere di un contributo per l'affitto, non sono meritevoli di considerazione.